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Candelora: Presentazione di Gesù al tempio e la giornata mondiale della vita consacrata 2023

  • Christiana Fraternitas
  • 3 feb 2023
  • Tempo di lettura: 7 min

"Assistiamo come ad un cambio di regime: da quello veterotestamentario di stampo precettistico e impositivo a quello neotestamentario di stampo carismatico, in cui si agisce nella libertà della fede e non nella schiavitù della religione e lo si fa sotto la mozione libera e l’iniziativa dello Spirito Santo". Alcune delle parole tratte dall'omelia dell'Abate dom Antonio Perrella in occasione della festa della Candelora 2023.

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Mercoledì 2 febbraio 2023 alle ore 19:30, presso la Cappella Santi Benedetto e Scolastica della Casa Apostolica si è svolta la Celebrazione Capitolare Ecumenica della Parola per in occasione della festa della "Presentazione di Gesù al tempio" ai più conosciuta come la "Candelora". La preghiera è stata trasmessa in diretta Facebook per raggiungere quanti desideravano condividere con l'occasione con la Famiglia Monastica. La liturgia ha previsto il tradizionale lucernario e i fedeli hanno avuto in dono una o più candele da portare con se.



Omelia del Reverendissimo Abate dom Antonio Perrella

in occasione della Celebrazione della Parola

per la festa della "Presentazione di Gesù al tempio"

e la giornata mondiale della vita consacrata 2023


Testo di riferimento Lc 2, 22-40


Cari Fratelli e Sorelle, amici ed amiche,

la presentazione del Primogenito Gesù al tempio e la contestuale purificazione di Maria, sua madre, segnano come uno spartiacque nella narrazione dell’evangelista Luca. Assistiamo come ad un passaggio ideale tra le prescrizioni religiose della legge antica e la libertà della fede inaugurata dal Salvatore fatto carne.

Maria e Giuseppe si recano al tempio, come Luca ripete più volte nei versetti iniziali, per adempiere la legge, le prescrizioni rituali. Giunti al tempio, tuttavia, nulla di quello che era prescritto viene compiuto. Il protagonista principale diventa lo Spirito Santo che suscita un vegliardo ed una profetessa a irrompere nella situazione; due figure -lo abbiamo sottolineato già negli anni scorsi - carismatiche, quindi, che nessun ruolo istituzionale e rituale avevano nel tempio di Gerusalemme. Assistiamo come ad un cambio di regime: da quello veterotestamentario di stampo precettistico e impositivo a quello neotestamentario di stampo carismatico, in cui si agisce nella libertà della fede e non nella schiavitù della religione e lo si fa sotto la mozione libera e l’iniziativa dello Spirito Santo.

Da qui inizia una scelta per chi vorrà essere discepolo di quel bambino, che diventerà maestro di fede e di libertà consapevole. Simeone dirà di lui: è luce per rivelarti alle genti, ma anche dirà: è qui per la caduta e la risurrezione di molti.

Gesù è quindi la luce di tutte le genti, ma sta alle genti scegliere se lasciarsi o meno illuminare di lui. Come c’è uno spartiacque tra l’antico ed il nuovo della rivelazione di Dio, così c’è uno spartiacque nella scelta libera della persona: è la relazione con Gesù a fare la differenza e, a discendere, sono tutte le altre relazioni, che compongono la persona e la strutturano, ad essere illuminate e trasformate dalla prioritaria relazione con Gesù.


1. Gesù, sei luce per illuminare le genti nel rapporto con Dio.

Quale relazione Dio vuole che abbiamo con Lui? Quella antica, nella quale è sufficiente adempiere ad alcuni precetti e doveri, per “soddisfare” Dio o quella nuova, in cui è Lui a diventare l’orizzonte di senso di tutta l’esistenza? Cari amici, vi piacerebbe essere amati solo a momenti? Vi piacerebbe che il vostro partner vi dicesse: per te faccio alcune cose e ritieniti soddisfatto/soddisfatta, ma non chiedermi di diventare il senso della mia esistenza? La relazione o dà senso totalizzante alla vita o semplicemente è una finzione. Quante volte ci illudiamo che nei confronti di Dio sia sufficiente avere un vago senso religioso dell’esistenza, biascicare qualche formula di preghiera ogni tanto, elevare una invocazione nel momento del bisogno, assicurare la presenza a delle celebrazioni “obbligatorie”… Pensiamo che fare cose per Dio sia sufficiente a definirci uomini e donne di fede. Ci illudiamo che, in fondo, sia sufficiente essere brave persone, che di tanto in tanto pensano a Dio, per definirci credenti! Ma non è così quando Cristo è luce che illumina la vita delle persone. O Lui diventa il senso chiaro ed esplicito di ogni nostro atto di vita o stiamo mentendo a noi stessi; o Lui diventa il motivo per cui pensiamo, parliamo e agiamo o stiamo facendo finta di avere fede e siamo rimasti semplicemente disgustosi religiosi.

In una parola, o Gesù diventa la luce gettata su ogni aspetto della nostra vita o rimaniamo nelle tenebre di una finta religione, che non coinvolge e non dà forma alla nostra vita umana. Solo chi vive in Lui, per Lui, con Lui, vive pienamente nella luce della fede.


2. Gesù, sei luce per illuminare le genti nel rapporto con se stesse.

Trovata in Gesù la luce vera del nostro nuovo rapporto con Dio, possiamo trovare anche la luce vera del nostro rapporto con noi stessi. Quanto ci affatichiamo per definire noi stessi in base alle cose che sappiamo fare, in base al giudizio che gli altri hanno su di noi, in base alla immagine che riteniamo di aver costruito di noi stessi, grazie ai successi sociali, lavorativi ed economici. E sull’altare di questi successi siamo disposti a sacrificare tutto, dimenticando le parole di Gesù: a che serve all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso?(Mc 8, 36).

È la relazione con Gesù, vero Dio, vero artefice dell’Uomo, ma anche Uomo vero, a svelarci chi siamo veramente. È lui a togliere dai volti le maschere del perbenismo, dell’apprezzabilità, del buon gusto e della bella apparenza, per rivelare a noi stessi la profondità dei nostri pensieri e delle nostre intenzioni. È lui a smascherare le ipocrisie religiose e sociali, per mostrare il vero volto delle persone.

Chi ho scelto nella mia vita? Per chi ho deciso di vivere la mia esistenza? Quale fine ho stabilito di dare alle mie scelte? Se la risposta a queste domande è Gesù, allora potrò dire di aver trovato anche il mio vero io.

Perché Gesù inchioda; sì, inchioda dinanzi alle domande! Spesso le nostre azioni e le nostre scelte sembrano essere il frutto di un trascinamento della vita. Reagiamo alle provocazioni del mondo, delle persone, delle situazioni, lasciandoci trascinare dagli eventi. Proviamo una sensazione? Vogliamo sperimentarla! Proviamo un’emozione? Crediamo di doverla assecondare! Ci sembra di sentire un sentimento? Riteniamo di doverlo vivere! Difficilmente la maggior parte delle persone si ferma a domandarsi se quella sensazione, quell’emozione, quel sentimento costruisce la loro umanità, forma la loro personalità, fa bene alla realizzazione del progetto di Dio su di loro, in ultima analisi se essa è esposta alla luce di Cristo. Ci si illude di essere padroni della propria vita ed invece si è schiavi del flusso delle emozioni.

Solo una vera, profonda, solida e totalizzante relazione con Gesù ci permette di discernere tra le molteplici provocazioni esterne, quelle che dobbiamo far scendere nel più interno della nostra esistenza, perché servono a costruire l’edificio della nostra vita piena, della nostra libertà, della nostra felicità.


3. Gesù, tu sei luce che illumina le genti nel rapporto con gli altri.

Chi trova Dio, trova anche il proprio vero io. E solo chi ha trovato il proprio vero io può trovare anche il noi. Nessuno si illuda: non esiste un rapporto con Dio che non si scriva in un rapporto con il noi, cioè con una comunità fatta di persone in carne ed ossa. Accogliere Gesù sempre vuol dire accogliere, insieme a Lui, la famiglia dei suoi discepoli.

Così ci viene mostrato che il rifiuto del fratello e della sorella è rifiuto di Gesù stesso. La lontananza da un credente, perché magari diverso da noi o perché su alcuni aspetti della fede ha una tradizione diversa, è lontananza da Gesù stesso. Possiamo si, crearci gli alibi della dottrina, gli alibi di essere nel giusto della integrità della fede; ma, se uno ha realmente permesso a Gesù di essere la luce che lo illumina, sa bene che si tratta solo di finzioni... Non esiste alcun motivo valido – dogmatico o morale o tradizionale – per cui chi accoglie Gesù possa senza colparifiutare l’altro credente in Gesù.

Anche per le relazioni di amicizia, di collaborazione professionale, e persino per le relazioni famigliari e affettive e sentimentali, solo in Gesù si trova la luce che disvela la verità. Chi amiamo? Come amiamo? Perché amiamo? “Amiamo” per non rimanere soli? “Amiamo” perché abbiamo paura di essere abbandonati? “Amiamo” perché una persona ci fa stare bene? Ma questo non è amore, è utilizzo dell’amore. Chi ha trovato Gesù sa che l’amore è un dono puro, disinteressato, vero di se stessi, un dono che è pago solo di darsi. Anche nei rapporti più belli – come quelli amicali, famigliari e sentimentali – quanto spesso viviamo di schiavitù... quanto spesso ci rifugiamo inconsapevolmente o consapevolmente in quelle tenebre che confondono e non ci lasciano decifrare. Qualcuno in famiglia ci chiede di scegliere o lui o Gesù? Magari tra amici ci comportiamo in maniera diversa da come facciamo in comunità per non sentirci esclusi? Nel rapporto sentimentale accettiamo compromessi e condizionamenti? Questa è finzione di amore, un surrogato – anche abbastanza andato a male – dell’amore, perché l’amore vero è libero e liberante, gioioso e costruttore della gioia altrui.

“Amiamo” a quale prezzo? Gesù ci mostra cosa siamo disposti a perdere della verità di noi stessi per sentirci amati, per poterci dire amati. Ma, quando qualcuno, per amarci ci chiede di perdere qualcosa di noi, non ci sta amando, ci sta dominando. E solo chi ha trovato in Gesù la pienezza della sua luce sa accorgersene, perché il suo cuore è già colmo di amore e sa riconoscere l’amore vero dalle finzioni di amore, dagli amori contraffatti…

È solo la luce, che è Gesù, a mostrarci gli amori genuini ed autentici, quelli che liberano e riempiono, che danno vita anziché sottrarla.


4. Gesù, tu sei la luce per illuminare le genti e mostrare a tutti se hanno scelto la caduta o la risurrezione.

Mostraci la verità, Gesù! Sì, non avere garbo, non avere paura di ferirci e persino di atterrirci. Mostraci la tua luce sfolgorante e manifestaci se siamo caduti in surrogato di vita o siamo sulla via della risurrezione. Parlaci del nostro rapporto con te, del nostro rapporto con noi stessi e con gli altri. Rivelaci se siamo autentici o siamo marionette che si illudono di vivere. Dicci la verità sul nostro conto e sui nostri rapporti, su quei legami che chiamiamo “amori”, nella speranza che siano veri.

Non avere paura di farci male, perché è solo con te, in te, davanti a te che troviamo la verità e la vita. Ed anche se dovessi manifestarci che abbiamo imboccato la strada della caduta, con l’altra tua mano mostraci la strada della vita. Perché sappiamo che quando ferisci, risani; quando umili, rialzi; quando castighi, perdoni.

Con una mano mostraci la strada che stiamo percorrendo e con l’altra mostraci quella che avremmo, se lo vogliamo, la possibilità di percorrere. Per favore, però, non staccare le tue labbra dalla nostra fronte, finché continuerai a baciare il nostro volto con il tuo amore, noi avremo sempre la voglia e la forza di cambiare la nostra strada… perché crediamo che tu sei veramente la luce che illumina le genti. Amen.

dom Tonino +



Qui sotto il video della Celebrazione

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Pax

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