IV settimana d'Avvento 2020: Il Regno di Dio avviene per te!
- Christiana Fraternitas
- 18 dic 2020
- Tempo di lettura: 7 min
"Chaire! La forza di Dio, da quel momento è inviata - come a Maria - ad ogni uomo ed ogni donna che respira sulla faccia della terra!" alcune delle parole dell'Abate dom Tonino per la IV settimana d'Avvento.
Venerdì 18 dicembre 2020 alle ore 20, presso la Cappella della Casa d'Amministrazione, la seconda tappa del Tempo d'Avvento proposto dalla Christiana Fraternitas con la Celebrazione Capitolare Ecumenica della Parola e il lucernario tratto dalle Constitutiones Apostolorum. Durante la Preghiera le monache e i monaci hanno indossato la mascherina arcobaleno per sensibilizzare alla pace e all'inclusione sociale.

Omelia del Reverendissimo Abate dom Antonio Perrella
in occasione della IV settimana d'Avvento 2020
Testo di riferimento Lc 1, 26-38
1. Maria: tra incarnazione e venuta nella gloria del Figlio dell'uomo
Cari Fratelli e Sorelle, care Amiche ed Amici,
sul finire del percorso del Tempo di Avvento la Parola ci mette dinanzi la figura di Maria, madre di Gesù. Possiamo dire che in lei – donna in attesa del Messia, che lo accoglie anzitutto nella sua fede e poi nella sua carne – si racchiude il senso di tutto l’Avvento.
Nella prima settimana siamo stati invitati a vegliare ed abbiamo detto che questa caratteristica della vita cristiana rimarca l’attitudine della sentinella: sta ritta, con gli occhi aperti a scrutare l’orizzonte, vigile a dare l’allarme. La sentinella sa scrutare i segni dei movimenti e gli indizi che sopraggiungono. Così Maria, è vigile nel saper accogliere la novità che Dio sa far sorgere dalla storia, in ogni momento. Il tempo in cui Maria è vissuta non era certo un tempo facile: un impero soggiogava il suo popolo oppresso, all’interno dello stesso popolo poi si erano create sacche di predominio, la ribellione, la guerra civile erano sempre in agguato. Tutto si trovava in un pericoloso e non pacifico fermento, nulla era veramente stabile. Eppure lei, scrutando i segni dei tempi (cf Mt 16, 3), offrì la sua disponibilità perché Dio irrompesse in questa storia per trasformarla, per redimerla.
Sulla scorta del Battista, nella seconda settimana, ci siamo posti la domanda: noi da chi ci lasciamo guidare? Ora domandiamoci: Maria da chi si è lasciata guidare? Il vangelo di Luca ci offre importanti indicazioni: più volte riporta che Maria aveva un’attitudine alla meditazione, al domandare e domandarsi, al mettere assieme le cose, quasi componendo un puzzle. Anche nel brano odierno, lo stesso evangelista usa l’imperfetto si domandava (1,29) che ha valore continuativo. Quando la vedremo a casa di Elisabetta ed innalzerà il suo Cantico (cf 1, 46-55), userà tutte citazioni della Scrittura. Da ciò si comprende che la futura madre di Gesù cercava il senso delle cose in Dio e nella sua Parola. Per questo all’annuncio dell’angelo non avanza obiezioni di opportunità personale (sono una donna, cosa mai potrei fare io?) o di opportunità storica (ma sei proprio sicuro che in questo tempo così triste e convulso possa davvero venire il Figlio di Dio?). Vigilante scrutatrice della Parola, si fida ed affida al progetto di Dio e gli dice di sì!
Nella terza settimana, di nuovo il Battista, nella redazione giovannea, ci ricordava che siamo solo voce di un altro, che non siamo la luce ma testimoni della luce e che non possiamo noi ritenerci il termine ultimo della salvezza, ma solo un rimando, un segno che porti alla salvezza stessa, che è solo il Signore Gesù Cristo. Così ha fatto Maria: lei, che era in attesa, non si sente capace di salvare ma offre se stessa liberamente e pienamente perché venga la salvezza dell’umanità, ovvero Colui che sarebbe stato il suo figlio, pur rimanendo sempre il Figlio di Dio. Così ella si riconosce serva del Signore. Tanto è vero che non si pensa se non come una serva che, subito dopo l’annuncio dell’angelo infatti andrà a mettersi a servizio di Elisabetta sua parente.
La quarta settimana è segnata dal vangelo dell’annuncio dell’angelo a Maria. E Luca costruisce questo racconto in modo davvero singolare, perché ci presenta questo episodio di annuncio in modo speculare e contrapposto all’annuncio della nascita del Battista che troviamo nei versetti appena precedenti al brano ascoltato oggi (cf Lc 1, 5-25). Nel brano di Zaccaria ci troviamo in Giudea, a Gerusalemme e nel Tempio, mentre il sacerdote di turno offriva il culto. Con Maria, invece, ci troviamo in Galilea, a Nazareth, a casa di una donna, una paesana di periferia. Se nel racconto di Zaccaria tutto lasciava presagire ad una adesione di fede per un evento straordinario ma al tempo stesso conforme alla mentalità del tempo; con Maria, invece, tutto lascerebbe presagire un esito ben diverso. Ed invece cosa accade? Il sacerdote, che sta nel tempio per offrire l’incenso (cosa che ad ogni sacerdote capitava una volta sola nella vita), non crede e diventa muto, perché muta ed inefficace è la vita di un religioso senza fede, refrattario alle novità che Dio suscita in chi vuole e come vuole. Mentre in Maria la Parola diventa Carne, diventa vita, perché lei è semplicemente donna aperta alle novità di Dio, alla possibilità di lasciarsi stupire ancora, alla capacità di aprirsi al mistero; lei è credente: perciò ha generato nel suo cuore il Verbo che si è fatto Carne.
In questo Maria è davvero una testimonianza positiva per la Chiesa e per ogni credente che vive non un tempo di Avvento, ma in permanente stato di Avvento. Lei può gioire - al di là e nonostante tutto - perché la grazia l’ha abitata, l’ha trasformata ed il Signore è con lei. Accada qualsiasi cosa, questa certezza non le verrà mai meno! Il suo essere aperta e disponibile all’opera di Dio, in ogni momento della vita, anche quando il buon senso renderebbe sfiduciati, fa di Maria una donna dell’attesa, donna capace di scorgere i segni del venire di Dio e, quindi, donna della fiducia e della speranza.
Mentre il suo mondo circostante sembra in rovina ed incapace di generare qualcosa di buono – figuriamoci qualcosa di Santo – lei continua a credere, a sperare, ad attendere; ed offre, compromette se stessa perché quell’attesa si compia!
La madre di Gesù ci testimonia l’immagine di ogni uomo e donna che non subisce le situazioni storiche, ma le accoglie nella fede, nella certezza che Dio interviene a cambiare la storia, anche attraverso il nostro responsabile impegno. Il sì di Maria non è un sì passivo, ma un sì attivo: lei accoglie e si mette in gioco. Questo vale anche per noi: la situazione, nella quale viviamo, nella quale siamo tutti immersi e coinvolti, possiamo subirla o possiamo viverla; possiamo lasciare che ci sovrasti e ci schiacci o possiamo accoglierla nella fede e scoprire le occasioni di bene che essa pure porta con sé.
2. La forza di Dio inviata ad ogni creatura.
Nella vita di Maria risuona il Chaire! il “gioisci” del messaggio di Dio, di Gabriele (l’Angelo) che significa: “forza di Dio”, la quale forza, da quel momento è inviata - come a Maria - ad ogni uomo ed ogni donna che respira sulla faccia della terra!
Per questo motivo:
Chaire! Gioisci, tu che ti senti solo e, soprattutto in questo momento, che sei barricato in casa e ti mancano i contatti con le persone, con i tuoi cari, perché il Signore è con te; il suo angelo santo ti è accanto e tu puoi risorgere dalle tue paure paralizzanti!
Chaire! Gioisci, tu che hai paura del futuro e ti senti atterrito dalle serrande dei negozi che si abbassano; perché il Signore è con te e suscita ancora servi, come Maria, che si alzano e corrono verso le Elisabette del nostro tempo. Non temere, perché dalla solidarietà di tutti verso chi oggi sta patendo, può ancora sorgere il Santo, può risollevarsi ancora la vita!
Chaire! Gioisci, tu che temi di non farcela, che da lungo tempo sei in cassa integrazione ad hai una paura orribile per il futuro dei tuoi figli; tu che da tempo cerchi lavoro e le porte sbattute in faccia ti hanno fatto perdere la fiducia in te e negli altri; gioisci perché il Signore è con te e susciterà ancora uomini e donne, operatori di pace e di giustizia, che offriranno se stessi e le cose, senza riserva, perché nessuno venga privato della dignità e del giusto sostentamento.
Chaire! Gioisci, tu che temi la sofferenza, la malattia e persino la morte; perché il Signore è con te, con la potenza della sua vita. Viene incontro a te, in chi si prende cura del fratello ammalato e non lo lascia solo; viene incontro attraverso i medici e gli infermieri in pensione come quelli ancora in formazione, che hanno accettato di mettersi e rimettersi in gioco, di rischiare in prima persona!
Chaire! Gioisci, tu che sei smarrito di cuore e ti domandi che senso abbia tutto questo; perché il Signore è con te. E lì, dove noi vediamo solo macerie fumanti, lui è capace di vedere nuovi mattoni con cui ricostruire il tempio della sua gloria nella vita e nel cuore dell’umanità. Con Maria scruta le Scritture ed i segni dei tempi e vedrai che sotto la cenere è pronto a divampare un fuoco nuovo di umanità.
Chaire! Gioisci, tu che lotti con la vita e strappi giorno dopo giorno l’esistenza, mentre sembra che voglia continuamente farti sprofondare, perché il Signore è con te. Sarà a porgerti la mano ed a tirarti fuori dalle acque tempestose, mostrandoti le spiagge sicure in cui potrai di nuovo sentirti a casa.
Chaire! Gioisci, tu che hai sofferto e per questo non ti aspetti nulla di buono, perché il Signore è con te. Come ha sorpreso Maria, potrà sorprendere anche te, che lo accogli nella tua vita, e scoprirai che in realtà il bene era già dentro di te e attorno a te e che bastava solo togliere il velo della tristezza per rigustare l’ebbrezza della vita.
Sì, gioiamo ed esultiamo tutti noi, perché anche oggi può compiersi la parola del profeta Isaia: «Dite agli smarriti di cuore: Coraggio, non temete; ecco il vostro Dio […], egli viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa» (35,4-6).
Chaire! Gioiamo, perché il Signore è con noi. Con Maria e come lei, diciamo il nostro sì, apriamo il nostro cuore, rinnoviamo la fiducia che Egli può ancora una volta irrompere nella storia e trasformarla; offriamo il nostro contributo alla salvezza, restiamo desti e disponibili a ciò che il Signore Dio ancora vuole e ancora può compiere con quanti lo accolgono.
Alziamo il capo e contempliamo: perché la salvezza è ormai è vicina (Lc 21,28)
dom Tonino +







Commenti